III Laboratorio: sognare, scrivere, recitare. Shakespeare e la Legge – Ed.2018

PRIMO INCONTRO – SHAKESPEARE E LA LEGGE

Cosa é successo #behindthescenes: 10 Novembre 2018
Iniziati i lavori per l’edizione 2018 del laboratorio didattico “Shakespeare e la legge”, promosso da Università degli Studi di Milano insieme alla casa di reclusione minorile Cesare Beccaria. Nella prima giornata di lavoro, l’incontro con due educatori della struttura, Simone Pastorino ed Elvira Narducci, responsabile dell’area pedagogica dell’istituto; a seguire la definizione di un canovaccio per lo spettacolo che si terrà l’1/12/2018, grazie al contributo di Giuseppe Scutellà, regista di Puntozero Teatro – Errare Humanum Est.


L’incontro con gli educatori è stato particolarmente intenso. Simone, criminologo ed educatore del carcere ha spiegato la prassi del processo minorile nella giurisprudenza italiana, e ha mostrato con particolare attenzione le origini ormai lontane (il primo ordinamento è contenuto in un dl del luglio 1934, con particolare riferimento all’articolo 25) della particolare attenzione posta dal legislatore per la figura del minore, nel suo complesso. Il lavoro collaborativo e sinergico di numerose forze, e di competenti in vari ambiti disciplinari, ha sottolineato, è particolarmente importante nel settore del diritto minorile, al punto che questo intreccio ne costituisce una particolarità (che è, infatti, assente, nei processi per adulti). Oltre alla collaborazione interdisciplinare, sono numerose le misure introdotte dall’ordinamento legislativo italiano a sostegno del minore, e tra queste merita particolare attenzione quella della messa alla prova, che coinvolge un numero non indifferente di detenuti minori.

Durante la pausa parla con meno formalità; ci racconta aneddoti, progetti e aspettative per il suo lavoro di accompagnamento dei ragazzi (“bisogna vivere la vita con loro”, dice, raccontandoci dei pranzi che fa con loro, e anche delle cene a sfondo di kebab): vorrebbe poter fornire la struttura di uno spazio specificamente dedicato ai bambini, che non sono pochi, siccome ci sono anche neo-padri nella struttura in cui lavora.


A seguire, l’intervento di Elvira, responsabile dell’area pedagogica. La sua è una vita spesa per i ragazzi del Beccaria, con i piedi ben piantati per terra, e negli occhi la luce di un sogno che li abbraccia tutti, quello di garantire loro, dice, la normalità. Parla di sogni, possibilità e desideri, per questi ragazzi, che, tiene a sottolineare, formano uno per uno un universo per cui spendere tutto lo spendibile. Parla quasi trasognata (“ho i brividi anche adesso”, dice più di una volta), raccontandoci di una ragazzina rom che, anni fa ormai, le disse: “Quello che più mi piace della vostra cultura è che avete degli obiettivi”. Il suo però è un atteggiamento sano, che affronta le sfide educative di questi ragazzi con sano realismo: “Se fossimo un fabbrica di produzione, ci avrebbero già chiuso”. Fiera sostenitrice della prevenzione, sottolinea tutti i margini di miglioramento che l’assetto educativo, pedagogico e legislativo italiano conosce, ponendo attenzione a evidenziare quanto possiamo apprendere dal disagio che attualmente attraversa altre società contemporanee.


A seguire, la messa in cantiere effettiva del progetto teatrale: definizione di ruoli e specificità dei personaggi, un canovaccio per l’intreccio di un percorso di rilettura di Romeo e Giulietta, il tutto sotto la direzione dell’energico (ed ironico) regista Giuseppe Scutellà, anche lui profondamente impegnato in progetti a sfondo pedagogico nella struttura. Intervengono attivamente nei lavori due ragazzi ex-detenuti del Beccaria, carichi a molla anche loro per cominciare con questa realizzazione. Grazie ai preziosi consigli poi della professoressa Cristina Cavecchi e della collega Margaret Rose, si è potuto procedere anche alla definizione più “artistica” dei ruoli.


Appuntamento a martedì, per un incontro più concreto con i ragazzi all’interno della struttura. #workinprogress!

#staytuned per altri dettagli sul progetto