Perché si sa che i classici sono opere che non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire, per usare una vecchia definizione. E attualizzandole un po’ possono arrivare anche a un pubblico in teoria difficilissimo, se non impossibile, i detenuti del carcere minorile Beccaria: ragazzi presi a calci dalla vita che – si potrebbe pensare – non hanno certo interesse a opere teatrali che parlano dei grandi temi della vita. Invece basta farlo nel modo giusto, come ha fatto ieri e ripeterà oggi Kingslee James Daley, in arte Akala, rapper londinese, animando un laboratorio teatrale all’interno del penitenziario minorile, invitato da Margaret Rose e Mariacristina Cavecchi dell’università Statale, nell’ambito di un convegno scespiriano che domani e dopodomani farà dialogare sull’opera del Bardo giovani studiosi ed esperti in via Festa del Perdono. Un’iniziativa nata in collaborazione con l’associazione Puntozero e il British Council.