Errare humanum est…
Teatro e carcere minorile:
risorse e luoghi di partecipazione e fruibilità culturale per i giovani e territorio
Dal punto di vista della condizione giovanile delle 3 Zone principalmente coinvolte, essa è caratterizzata dal fenomeno della precoce separazione dei percorsi di crescita tra i ragazzi più dotati di risorse e quelli più svantaggiati, frutto della concentrazione delle situazioni problematiche nei quartieri popolari, della liberalizzazione dei bacini di utenza (causa della concentrazione dell’utenza straniera nelle scuole elementari e medie dell’estrema periferia), ma anche di un uso spesso alienante e non consapevole delle nuove tecnologie. Questa separazione implica l’isolamento dei meno inseriti, ma anche l’accesso sempre più raro degli studenti a esperienze di gruppo, sostituite con esiti preoccupanti dalle connessioni virtuali, con significativo rischio di impoverimento delle competenze relazionali. I due fenomeni, sovrapposti alle difficoltà crescenti di ospitare e stimolare la socialità adolescenziale e giovanile da parte delle agenzie storiche del territorio, convergono nel rendere sempre più difficile il protagonismo giovanile, sostituito da una socialità legata ad eventi, centrata su consumi e abusi in luoghi extraterritoriali. D’altra parte, permane viva un’area di esclusione (quella dei giovani svantaggiati), segnata dalla sovrapposizione, alle vecchie, di nuove povertà ed emarginazioni.
La capofila PuntoZero, che opera dentro l’IPM dal 1995, realizzando laboratori teatrali professionali mirati al reinserimento sociale di soggetti in difficoltà (sia come attori che come tecnici) attraverso un approccio professionale sperimentale a forte contenuto innovativo, nel 2015 ha completato a proprie spese (grazie a un fundraising che ha portato al sostegno di Fondazione Marazzina, Fondazione Piccolo Teatro e Teatro alla Scala di Milano), la ristrutturazione e la messa in opera del Teatro dell’IPM, un luogo che ospita 200 posti a sedere e che ha visto il 6 ottobre dello stesso anno l’inaugurazione ufficiale alla presenza dal Sindaco Pisapia, dei responsabili dei Teatri sopra citati e dei finanziatori, Fondazione Cariplo e Fondazione Marazzina.
Il progetto, centrato sulla creazione e sul radicamento di un nuovo “luogo della cultura”, il Teatro dell’IPM “C. Beccaria”, consentirà, da un lato, di mettere finalmente a disposizione del territorio (a partire dalle Zone 6, 7 e 9 e, gradualmente, dell’intera cittadinanza milanese) uno spazio importante per dimensioni e potenzialità. Secondariamente, permetterà di modificare nella città l’immagine del carcere, trasformandola in quella di un luogo aperto e di promozione culturale, in grado di proporre – grazie ai partner, alla rete di sostegno territoriale e ai giovani e ai cittadini coinvolti nelle attività del presente progetto – un’offerta di qualità, partecipata e capace di attrarre un pubblico eterogeneo.
Le Zone principalmente toccate dal presente progetto sono la 6 (sede del Teatro e della Cooperativa Sociale Comunità del Giambellino), la 7 (in particolare il quartiere di Baggio adiacente il Teatro, sede operativa di UnAltroMondo Onlus con lo SpazioApertoMultietnico) e la 9 (in particolare il quartiere Niguarda, sede di PuntoZero), ma il Teatro dell’IPM si rivolge potenzialmente all’intera area metropolitana della città di Milano, mentre il sito e i Social Network dedicati si rivolgono naturalmente a un pubblico ancora più ampio.
Relativamente ai beneficiari diretti, saranno soprattutto pre-adolescenti e adolescenti, essenzialmente per le seguenti ragioni:
Ma il progetto si rivolgerà anche ai cittadini di ogni età delle 3 Zone, agli insegnanti e ai genitori delle scuole coinvolte, così come agli adulti di riferimento dei giovani.
Fra i beneficiari occorre distinguere fra coloro che parteciperanno direttamente alla realizzazione dell’offerta culturale e coloro che ne fruiranno (i dati di seguito riportati si basano sull’esperienza ultradecennale della capofila, dei partner e dell’ampia rete di supporto). Nel primo caso (coloro che parteciperanno di persona alla realizzazione dell’offerta culturale), fra spettacoli teatrali (soprattutto la produzione e la messa in scena di “Errare humanum est…”), laboratori di narrazione, scuole e attività di comunicazione, si stima di coinvolgere nei tre anni complessivamente 600 destinatari diretti (una media di 200/anno). Nel secondo caso, in qualità di spettatori degli spettacoli prodotti, ai 59 spettacoli ed eventi previsti da progetto si stima una partecipazione media (per difetto) di 100 spettatori a spettacolo, per un totale di circa 6.000 persone.
Attraverso il sito internet dedicato, la pagina Facebook e Twitter si conta di raggiungere, sempre nei 3 anni di progetto, almeno altri 10.000 cittadini.
Il progetto intende sostenere tutte le azioni e il raggiungimento degli obiettivi attraverso un importante investimento in comunicazione e in visibilità. Un regista professionista guiderà un team di giovani operatori e montatori. Il lavoro di documentazione video avrà quindi una regia artistica unica, ma valorizzerà tutti i protagonisti delle 5 macro-azioni previste dal progetto, che contribuiranno in modo attivo e significativo alla realizzazione dei prodotti finali.
Lato social networks, verranno attivati account specifici e vi sarà un Content Manager dedicato ad animarli. La cura della comunicazione si completa con la realizzazione dei materiali grafici promozionali e identificativi del progetto da parte di un grafico professionista, che lavorerà in team con le altre figure dedicate alla Comunicazione e garantirà la coerenza e la forza di un’ “immagine coordinata”.