Gli oltre 10 anni trascorsi con l’organizzazione sanitaria penitenziaria in carico al SSN, permettono oggi, sul versante dell’assistenza psichiatrica, sfide più ambiziose da raccogliere e criticità più complesse da affrontare, anche a causa del mutamento degli scenari socioculturali che riguardano il trattamento degli autori di reato con pregressa o sopravvenuta patologia di tipo psichico. 

Da sempre i disturbi psichiatrici risultano tra le patologie maggiormente rappresentate nella popolazione detenuta sia adulta che giovane adulta e minore. Contestualmente, l’avvio delle attività nelle nuove REMS deve superare ovunque la fisiologica fase di rodaggio, anche sul versante dell’assistenza integrata con il territorio. Inoltre, la presenza fra le persone detenute di un’elevata aliquota di pazienti con “doppia diagnosi” correlata all’abuso di sostanze, sottintende anche la possibilità che molti pazienti psichiatrici detenuti possano contestualmente acquisire un’infezione virale cronica quali HIV, HBV e/o HCV, richiedendo pertanto una gestione clinica interdisciplinare.

L’evento mira a stimolare riflessioni e confronti sul tema della promozione della salute mentale negli istituti di pena, con l’obiettivo di favorire, attraverso l’aggregazione degli operatori direttamente impegnati “sul campo”, la costruzione di protocolli di cura accessibili, fattibili anche in situazioni organizzativamente talvolta non favorevoli, condivisi e, soprattutto, di sistemi di sostegno multidimensionali in favore del paziente-detenuto, come anche di ogni operatore responsabile di azioni di trattamento.

La formula dell’incontro tecnico tra leader della disciplina, con operatori sanitari penitenziari, con la partecipazione teatrale attiva dei giovani detenuti del IPM Beccaria e la partecipazione aperta agli operatori sociali del territorio operanti negli istituti penitenziari milanesi, seguito sia dal momento d’intrattenimento musicale comune che dal convivio preparato dagli stessi ragazzi ospiti dell’istituto, vuole rappresentare il superamento delle “barriere”, da sempre insite all’interno degli Istituti Penitenziari sia per adulti che per minori, che di quei pregiudizi verso le persone detenute spesso anche inconsapevolmente insiti nella popolazione generale.

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